Se non ti spaventa il dislivello, se vuoi viste senza confini e acque turchesi al di là dell’immaginabile, se vuoi metterti alla prova, ma su un sentiero tutto sommato facile e affrontabile, non c’è escursione più adatta. Passerai dai paesaggi bucolici della Val Duron, alle pareti scoscese dell’Antermoia, dalle acque incredibilmente azzurre del lago di Antermoia alla distesa di rocce che portano al Vajolet.

Partenza: parcheggio lungo strada nella parte alta di Campitello di Fassa/ Rif. Micheluzzi raggiungibile con navetta (consigliato!)

  • Durata: 4/5 ore
  • Lunghezza: 10 km partendo dal rifugio Micheluzzi (14 km partendo da Campitello di Fassa)
  • Altitudine massima: 2.529 mslm
  • Dislivello: 950 m
  • Difficoltà: media

Pur trattandosi di un percorso piuttosto semplice e privo di difficoltà, richiede sicuramente allenamento e attenzione. Il nostro consiglio è di percorrere il primo tratto fino al rifugio Micheluzzi (1860 mslm) in bus navetta per evitare i primi 400 metri di dislivello.

Il primo tratto nel cuore della Val Duron sarà davvero una passeggiata. O un ottimo riscaldamento. Superata la Baita Lino Brach però il gioco si fa più duro, lungo il sentiero 578 per il Lago di Antermoia. Qui il sentiero inizia a salire, attraverso un rado bosco di larici e poi i pascoli. Il sentiero sale in maniera costante ma mai eccessiva, non ci sono tratti esposti o pericolosi.

 

Si superano un paio di valichi con panorami mozzafiato sugli accessi dalle altre valli. Si tratta di luoghi privilegiati dove fare una sosta, riprendere fiato prima della successiva salita.

 

Superati i 2200 metri inizia un tratto completamente roccioso che porta, attraverso una serie di stretti tornanti verso il passo di Dona. Qui all’improvviso lo sguardo si apre verso la conca del lago di Antermoia, visibile in lontananza. Uno stretto sentiero lungo la costa della montagna porta in poche centinaia di metri al rifugio.

Nelle belle giornate di sole qui il cielo raggiunge sfumature di blu impensabili e intense. Ad ogni passo lo sguardo abbraccia scorci e colori diversi.

L’azzurro intenso del piccolo specchio d’acqua fa venire voglia di tuffarsi dopo la lunga fatica, ma non farlo! L’ecosistema dei laghi alpini è estremamente delicato e va preservato con cura e osservato dalle rocce. Le vette che lo circondano sembrano proteggerlo, ma poco possono per l’assalto dei turisti.

Proseguendo verso nord, oltre il lago è possibile attraversare una pianura rocciosa molto selvaggia attraverso la quale passa il sentiero che porta al rifugio Vajolet. Viene voglia di restare e non andare più via. Ma giunge il tempo di tornare all’auto.

Il ritorno sarà semplice, quasi riposante. il viaggio del sole ne cielo traccerà nuove ombre e metterà in risalto nuovi dettagli, diversi colori. Il sentiero attraversato al mattino non sembrerà lo stesso del pomeriggio. Fino a quando la Val Duron ti accoglierà di nuovo, pianeggiante, verde, calda. Se i tuoi piedi lo consentono puoi evitare di prendere il bus navetta e rientrare dal rifugio Micheluzzi a piedi. La discesa sarà un po’ noiosa, ti avvertiamo.